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Risolvere il problema del caro affitti nella Capitale? Ecco le idee dei partecipanti che si sono confrontati durante “Affitti accessibili”, l’ultima edizione del Policy Lab di GenQ

Sgravi fiscali, abolizione della cedolare secca e liberalizzazione del subaffitto sono solo alcune delle soluzioni proposte durante l’evento che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma con l’obiettivo di trovare soluzioni al caro affitti nella Capitale. 
Un impegno che non si esaurisce nell’evento: il team GenQ è infatti già al lavoro per presentare le proposte al tavolo delle istituzioni e permetterne una reale presa in considerazione.

Si è da poco concluso a Roma “Affitti accessibili”, evento fortemente voluto da GenQ, associazione no profit impegnata nell’affermazione della parità di genere, e reso possibile grazie al supporto della Rome Future Week. I partecipanti al Policy Lab, caratterizzati da età e provenienze molto differenti tra loro e divisi in tre team, si sono confrontati per l’intera giornata, sotto la guida di alcune delle volontarie di GenQ, per elaborare una policy capace di moderare il problema del caro affitti che opprime studentesse e studenti a Roma e non solo. 

La policy vincitrice: una serie di regolamenti da proporre al tavolo delle istituzioni

Tra le valide idee che i partecipanti hanno avanzato durante l’iniziativa, si è distinta una policy basata su diversi regolamenti, che il team GenQ mira a discutere con la Giunta romana affinché vengano effettivamente presi in considerazione.

Diversamente da quanto fatto in precedenza, in questa occasione abbiamo voluto affiancare passo dopo passo i partecipanti all’iniziativa, per seguirli da vicino in ogni step dell’elaborazione della policycommenta Silvia Rigamonti, Presidente di GenQL’obiettivo è stato proprio quello di definire una strada percorribile, che potesse aiutare i diversi team a proporre soluzioni concrete e potenzialmente attuabili”. 

Nello specifico, per contrastare gli affitti brevi sono stati proposti sgravi fiscali (sconto dell’IMU) sulla seconda casa per coloro che decidono di dare la propria abitazione in affitto a lungo termine. Tra le cause maggiori della diminuzione dell’offerta di appartamenti in affitto a lungo termine vi è la predilezione dei proprietari a formule di affitto brevi (ad esempio attraverso piattaforme come Airbnb), che garantiscono profitti più alti. A ciò si aggiunge anche che gli affitti brevi contribuiscono allo svuotamento dei quartieri della popolazione residente e fanno sì che le zone centrali delle città turistiche divengano di fatto disabitate.

È stato proposto, poi, l’aumento della tassa di soggiorno per quanti mettono a disposizione un immobile di proprietà per affitti brevi all’interno di municipi critici (che a Roma corrispondono, per esempio al Municipio I, ossia il centro, e il Municipio II, la zona universitaria), finanziando così lo sgravio dell’IMU. Un’ulteriore idea è stata l’introduzione dell’obbligo di partita IVA per i locatori di affitti brevi, con conseguente abolizione della cedolare secca

Infine, la maggior parte dei partecipanti ha messo in luce come una delle difficoltà più critiche per i giovani affittuari risieda nella caparra da versare alla sottoscrizione del contratto di affitto, corrispondente all’anticipo di due o tre mensilità, dunque un esborso economico non indifferente: per ovviare a questa problematica è stata proposta l’introduzione di un “Fondo Caparra Giovani”, capace di supportarli in questa spesa, con l’ipotesi di una collaborazione con fondazioni bancarie. L’accordo c’è stato anche sulla necessità di liberalizzare il subaffitto, una pratica ancora ostacolata in Italia ma molto diffusa all’estero, con l’identificazione di clausole a tutela dei locatari: liberalizzare il subaffitto, infatti, consentirebbe agli studenti di rientrare – almeno in parte – delle spese riservate al canone di affitto, in particolare nei mesi di distanza dalla vita universitaria e/o scolastica in generale.

Il modello Double Diamond: la metodologia di Design Thinking che ha guidato il Policy Lab 

Per arrivare all’elaborazione delle proposte, si è optato per l’adozione di una metodologia di Design Thinking, ossia il modello Double Diamond: ciò ha permesso la partecipazione attiva di tutti coloro che hanno preso parte al Policy Lab e che si sono iscritti su base volontaria e senza essere sottoposti a un processo di selezione. I partecipanti, di ogni genere ed età, erano accomunati semplicemente dalla volontà di prendere parte attiva alla possibile risoluzione di un problema sociale: dopo una prima fase di brainstorming, è seguita la votazione delle idee ritenute maggiormente valide; queste ultime sono state condivise ai tavoli dei partecipanti che, con il supporto dei mentor, hanno lavorato a rotazione a tutte le proposte di policy, attraverso un’attività di benchmarking e di formulazione dei diversi regolamenti. Lo scopo di queste idee è quello di affrontare in modo innovativo la crisi abitativa, attraverso un metodo partecipativo e per definizione “dal basso”.

Siamo davvero soddisfatte dell’esito dell’iniziativa – aggiunge Giulia Sironi, Responsabile Eventi di GenQ Il metodo che abbiamo adottato per questo Policy Lab, ossia il Design Thinking, si è dimostrato particolarmente efficace: tutti i partecipanti sono stati coinvolti attivamente e, a prescindere dalla divisione in team, ognuno ha avuto modo di apportare il proprio contributo a ciascuna delle proposte avanzate. In questo modo, l’output finale è stato una policy solida e strutturata, che spinge ad avere fiducia nella sua effettiva capacità di moderare il caro affitti: per questo non vediamo l’ora di presentarla, farla conoscere anche alle istituzioni e discutere di una sua effettiva applicazione”.

“Le policy consentono di offrire una soluzione concreta ai problemi pubblici – conclude Sara Matassoni, Policy Expert di GenQ – Una policy, però, assume tanto più valore quanto più il problema che mira a risolvere è sentito e condiviso; il nostro Paese manca di quei meccanismi partecipativi che permetterebbero ai giovani di prendere parte alla costruzione delle politiche: ecco perché per “Affitti accessibili” abbiamo scelto il Double Diamond, un metodo che ci ha permesso di dare voce proprio a quei giovani che vivono, più o meno direttamente, il problema del caro affitti e che, di conseguenza, meritano di essere ascoltati e accettati al tavolo di confronto”.

GenQ

GenQ è un’associazione no-profit operante nell’ambito della parità di genere. Composta da giovani under 30, con una forte passione per le tematiche di genere, si impegna concretamente per una società più giusta. Per diffondere consapevolezza intorno alla tematica di Diversity and Inclusion (D&I), con l’obiettivo di sanare il ritardo che l’Italia registra nell’affermazione di una reale parità di genere, GenQ agisce tramite la formazione nelle scuole e l’organizzazione e la partecipazione ad eventi per condividere idee, stimolare discussioni e creare un ambiente equo per tut

Sgravi fiscali, abolizione della cedolare secca e liberalizzazione del subaffitto sono solo alcune delle soluzioni proposte durante l’evento che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma con l’obiettivo di trovare soluzioni al caro affitti nella Capitale. 

Un impegno che non si esaurisce nell’evento: il team GenQ è infatti già al lavoro per presentare le proposte al tavolo delle istituzioni e permetterne una reale presa in considerazione.

Settembre 2023 – Si è da poco concluso a Roma “Affitti accessibili”, evento fortemente voluto da GenQ (https://www.gen-q.org/), associazione no profit impegnata nell’affermazione della parità di genere, e reso possibile grazie al supporto della Rome Future Week. I partecipanti al Policy Lab, caratterizzati da età e provenienze molto differenti tra loro e divisi in tre team, si sono confrontati per l’intera giornata, sotto la guida di alcune delle volontarie di GenQ, per elaborare una policy capace di moderare il problema del caro affitti che opprime studentesse e studenti a Roma e non solo. 

La policy vincitrice: una serie di regolamenti da proporre al tavolo delle istituzioni

Tra le valide idee che i partecipanti hanno avanzato durante l’iniziativa, si è distinta una policy basata su diversi regolamenti, che il team GenQ mira a discutere con la Giunta romana affinché vengano effettivamente presi in considerazione.

Diversamente da quanto fatto in precedenza, in questa occasione abbiamo voluto affiancare passo dopo passo i partecipanti all’iniziativa, per seguirli da vicino in ogni step dell’elaborazione della policycommenta Silvia Rigamonti, Presidente di GenQL’obiettivo è stato proprio quello di definire una strada percorribile, che potesse aiutare i diversi team a proporre soluzioni concrete e potenzialmente attuabili”. 

Nello specifico, per contrastare gli affitti brevi sono stati proposti sgravi fiscali (sconto dell’IMU) sulla seconda casa per coloro che decidono di dare la propria abitazione in affitto a lungo termine. Tra le cause maggiori della diminuzione dell’offerta di appartamenti in affitto a lungo termine vi è la predilezione dei proprietari a formule di affitto brevi (ad esempio attraverso piattaforme come Airbnb), che garantiscono profitti più alti. A ciò si aggiunge anche che gli affitti brevi contribuiscono allo svuotamento dei quartieri della popolazione residente e fanno sì che le zone centrali delle città turistiche divengano di fatto disabitate.

È stato proposto, poi, l’aumento della tassa di soggiorno per quanti mettono a disposizione un immobile di proprietà per affitti brevi all’interno di municipi critici (che a Roma corrispondono, per esempio al Municipio I, ossia il centro, e il Municipio II, la zona universitaria), finanziando così lo sgravio dell’IMU. Un’ulteriore idea è stata l’introduzione dell’obbligo di partita IVA per i locatori di affitti brevi, con conseguente abolizione della cedolare secca

Infine, la maggior parte dei partecipanti ha messo in luce come una delle difficoltà più critiche per i giovani affittuari risieda nella caparra da versare alla sottoscrizione del contratto di affitto, corrispondente all’anticipo di due o tre mensilità, dunque un esborso economico non indifferente: per ovviare a questa problematica è stata proposta l’introduzione di un “Fondo Caparra Giovani”, capace di supportarli in questa spesa, con l’ipotesi di una collaborazione con fondazioni bancarie. L’accordo c’è stato anche sulla necessità di liberalizzare il subaffitto, una pratica ancora ostacolata in Italia ma molto diffusa all’estero, con l’identificazione di clausole a tutela dei locatari: liberalizzare il subaffitto, infatti, consentirebbe agli studenti di rientrare – almeno in parte – delle spese riservate al canone di affitto, in particolare nei mesi di distanza dalla vita universitaria e/o scolastica in generale.

Il modello Double Diamond: la metodologia di Design Thinking che ha guidato il Policy Lab 

Per arrivare all’elaborazione delle proposte, si è optato per l’adozione di una metodologia di Design Thinking, ossia il modello Double Diamond: ciò ha permesso la partecipazione attiva di tutti coloro che hanno preso parte al Policy Lab e che si sono iscritti su base volontaria e senza essere sottoposti a un processo di selezione. I partecipanti, di ogni genere ed età, erano accomunati semplicemente dalla volontà di prendere parte attiva alla possibile risoluzione di un problema sociale: dopo una prima fase di brainstorming, è seguita la votazione delle idee ritenute maggiormente valide; queste ultime sono state condivise ai tavoli dei partecipanti che, con il supporto dei mentor, hanno lavorato a rotazione a tutte le proposte di policy, attraverso un’attività di benchmarking e di formulazione dei diversi regolamenti. Lo scopo di queste idee è quello di affrontare in modo innovativo la crisi abitativa, attraverso un metodo partecipativo e per definizione “dal basso”.

Siamo davvero soddisfatte dell’esito dell’iniziativa – aggiunge Giulia Sironi, Responsabile Eventi di GenQ Il metodo che abbiamo adottato per questo Policy Lab, ossia il Design Thinking, si è dimostrato particolarmente efficace: tutti i partecipanti sono stati coinvolti attivamente e, a prescindere dalla divisione in team, ognuno ha avuto modo di apportare il proprio contributo a ciascuna delle proposte avanzate. In questo modo, l’output finale è stato una policy solida e strutturata, che spinge ad avere fiducia nella sua effettiva capacità di moderare il caro affitti: per questo non vediamo l’ora di presentarla, farla conoscere anche alle istituzioni e discutere di una sua effettiva applicazione”.

“Le policy consentono di offrire una soluzione concreta ai problemi pubblici – conclude Sara Matassoni, Policy Expert di GenQ – Una policy, però, assume tanto più valore quanto più il problema che mira a risolvere è sentito e condiviso; il nostro Paese manca di quei meccanismi partecipativi che permetterebbero ai giovani di prendere parte alla costruzione delle politiche: ecco perché per “Affitti accessibili” abbiamo scelto il Double Diamond, un metodo che ci ha permesso di dare voce proprio a quei giovani che vivono, più o meno direttamente, il problema del caro affitti e che, di conseguenza, meritano di essere ascoltati e accettati al tavolo di confronto”.

GenQ
GenQ è un’associazione no-profit operante nell’ambito della parità di genere. Composta da giovani under 30, con una forte passione per le tematiche di genere, si impegna concretamente per una società più giusta. Per diffondere consapevolezza intorno alla tematica di Diversity and Inclusion (D&I), con l’obiettivo di sanare il ritardo che l’Italia registra nell’affermazione di una reale parità di genere, GenQ agisce tramite la formazione nelle scuole e l’organizzazione e la partecipazione ad eventi per condividere idee, stimolare discussioni e creare un ambiente equo per tuttə.

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